Visita al Museo delle Mura di Porta San Sebastiano

Tra il 270 e il 275 l’imperatore Aureliano fece costruire una imponente ed estesa cinta muraria che potesse difendere l’urbe, capitale dell’Impero, dai possibili attacchi dei barbari.
Molte furono le ristrutturazioni che la cinta muraria subì nel corso dei secoli, arrivata fino ai giorni nostri in un buon stato di conservazione per larga parte della sua lunghezza.

Lungo il suo percorso, a pochi passi dalla grande arteria stradale di via Cristoforo Colombo, che unisce il cuore della capitale al mare, si trova Porta San Sebastiano, la più grande e meglio conservata porta costruita all’interno delle Mura Aureliane.
Secoli di storia, eventi e accadimenti la identificano oggi tra i più importanti varchi di accesso alla città.

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La storia di Porta San Sebastiano


Inizialmente denominata Porta Appia, per via dell’importante arteria su cui si apriva la porta, ne fu in seguito cambiato il nome accostandolo a quello del martire cristiano che perse la vita a Roma durante le persecuzioni contro i cattolici e che fu sepolto nella vicina Basilica omonima sulla via Appia.

Oggi la Porta San Sebastiano custodisce al suo interno, tra il primo e il secondo piano, il Museo delle Mura, che offre ai visitatori una panoramica storica della cinta muraria, dalla sua costruzione fino ai giorni nostri, raccontando le numerose e rilevanti trasformazioni che hanno riguardato anche la stessa Porta, dall’età imperiale a quella repubblicana, fino agli interventi del XIX secolo.

All’epoca della sua costruzione la porta si componeva di due archi gemelli con la facciata rivestita di travertino e due torri semicircolari ai lati, all’interno delle quali erano situate le scale per accedere ai vari piani. Il primo piano delle torri, ossia la camera di manovra delle macchine da guerra, aveva tre finestre, mentre quello dell’attico sopra gli archi di ingresso era illuminato da cinque finestre arcuate; al di sopra il secondo piano era costituito da una terrazza scoperta riparata da merli.

È agli inizi del V secolo che vennero operate le prime modifiche strutturali importanti: innanzitutto fu chiuso uno degli archi di ingresso e fu rivestita di marmo la muratura intorno all’arco rimasto; inoltre fu realizzato sul lato di via di Porta san Sebastiano una sorta di cortile fortificato aggiungendo due bracci laterali dei quali oggi resta solo un tratto a ovest, dove si trova la porta di ingresso all’attuale museo.

Tra il V e VI secolo furono innalzate di un piano sia le torri che l’attico sopra l’ingresso, dando alla porta l’aspetto imponente che conserva tuttora.

Nel 1536 Porta S. Sebastiano fu scelta, per ordine di Papa Paolo III, come ingresso solenne per l’arrivo di Carlo V Re di Spagna; per l’occasione la porta fu addobbata e decorata come un Arco di Trionfo su progetto di Antonio da Sangallo il giovane, con statue, festoni e affreschi.

In epoca moderna, tra il 1940 e il 1943, in piena epoca fascista, al suo interno furono eseguiti diversi lavori come la ricostruzione dei solai, la realizzazione di scale in legno e muratura e il rifacimento dei pavimenti in mattoni e travertino con l’inserimento, in due ambienti al primo piano, di mosaici in bianco e nero.

Nel corso della visita al Museo è anche possibile accedere ad un lungo tratto, circa 350 metri, di cammino di ronda sulle mura. Lungo il percorso sono conservate le murature di inizio V secolo d.C. con le feritoie per gli arcieri e grandi arcate aperte sul lato opposto verso la città, oltre alle scale all’interno delle torri che servivano per accedere alle camere di manovra, ormai non più presenti.
Una piacevole sorpresa attende gli ospiti del Museo a fine visita: salendo sulla terrazza all’ultimo livello della torre si è attesi da una piacevole sorpresa: qui si apre infatti un panorama a 360° sulla città, con una vista mozzafiato dall’alto sulle Mura Aureliane, sulla valle dell’Almone e sull’Appia Antica.

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