I monumenti di Capo di Bove sull’Appia Antica

Percorrendo i 650 km dell’Appia Antica – tanto è lunga la regina delle vie – è facile imbattersi in tesori e resti archeologici di inestimabile valore.
Al IV miglio ad esempio, a pochi chilometri dal centro di Roma e a circa 500 metri dal Mausoleo di Cecilia Metella, sorge il complesso di Capo di Bove, una area verde di 8.600 mq con al suo interno un corpo principale costruito su più livelli.
L’origine del nome risale al periodo del Medioevo, quando la zona era parte della tenuta di Capo di Bove, denominazione derivata dalle decorazioni che ornano il fregio del vicino Mausoleo di Cecilia Metella.   

L’area archeologia del complesso di Capo di Bove

L’area, prima appartenente a un privato, è passata nel 2002 nelle mani della Soprintendenza Archeologica di Roma e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e fu oggetto di approfonditi scavi archeologici che hanno riportato alla luce un vasto impianto termale della metà del II secolo d.C.

Delle terme sono giunti a noi molti ambienti, pavimentazioni a mosaico in marmo policromo, vasche, un impianto fognario e porzioni dei rivestimenti in lastre di marmo e intonaco dipinto. La costruzione e i materiali utilizzati suggeriscono che fosse un ambiente molto elegante, con la presenza delle classiche tre camere termali, un calidarium (bagno caldo), un tepidarium (bagno caldo) e un frigidarium (bagno freddo).

Le nuove strutture costruite a metà del 900

Il giardino che circonda l’edificio è stato ridisegnato con la piantumazione di nuovi alberi e con la realizzazione di un ampio percorso pedonale, mentre la struttura principale, che è costruita su una cisterna, ospita oggi una sala conferenze, mostre fotografiche e artistiche, eventi culturali, incontri didattici e custodisce l’Archivio e la Biblioteca di Antonio Cederna, il padre del movimento ambientalista in Italia.
Dagli studi effettuati si è ipotizzato che la proprietà terriera su cui sorgeva l’intero complesso appartenesse ad Erode Attico e a sua moglie Annia Regilla.

L’edificio, che sorge sulla cisterna romana che alimentava direttamente le terme, presenta una caratteristica cortina muraria di materiali antichi di recupero, realizzata negli anni Cinquanta del Novecento.

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